CHIEDIAMO LA RIMOZIONE IMMEDIATA DEL POST AFOBICO PUBBLICATO DA DA’ VOCE AL RISPETTO
[nota terminologica: come in altri casi, ricordiamo che come Rete Lettera A utilizziamo la locuzione “persone disabili” e non “persone con disabilità” come precisa scelta volta a permettere l’autodeterminazione delle persone disabili all’interno del nostro gruppo, che preferiscono appunto la cosiddetta identity first language]
Stamattina abbiamo letto con sgomento un post pubblicato sui canali social di Da’ voce al Rispetto, campagna comunicativa nata per seguire e sostenere l’approvazione del ddl Zan.
Sappiamo che atteggiamenti afobici, ostili o invisibilizzanti nei confronti della nostra comunità sono ancora, purtroppo, molto presenti anche all’interno degli spazi LGBTI+. Ma la particolare gravità di questo episodio, non solo intriso di afobia e ostilità nei confronti della nostra comunità, ma che diffonde anche grande disinformazione sulle nostre rivendicazioni, ci ha spintu a scrivere queste righe.
È gravissimo, in primo luogo, che una campagna nata con lo scopo di sostenere il ddl Zan e combattere la disinformazione e le notizie false diffuse dai movimenti e partiti ostili alla comunità LGBTQIA+ si serva proprio della disinformazione per screditare e attaccare la nostra comunità.
Da’ voce al Rispetto riporta infatti che la nostra battaglia per una legge più inclusiva non riguarderebbe “il funzionamento della legge” e creerebbe “dolorose conflittualità”; prosegue dicendo che nessun orientamento è esplicitamente nominato e che addirittura la nostra rivendicazione andrebbe a sostenere la linea di chi vorrebbe indicare “omofobia e transfobia” nella legge per eliminare l’identità di genere.
Tutto questo è non solo falso, ma anche offensivo. Ci interessa chiarire che la nostra battaglia non è MAI stata quella di includere una menzione esplicita di “asessualità e aromanticismo”, come dichiara, dicendo consapevolmente e colpevolmente il falso, Da’ voce al Rispetto. Chiediamo che la definizione di orientamento sessuale venga modificata per essere effettivamente inclusiva.
Si tratta della definizione inserita nella legge con l’emendamento Annibali, che riporta: “per orientamento sessuale si intende l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi” (senza menzione della possibilità di non provare attrazione per nessun sesso/genere).
È questa definizione a escluderci artificialmente da tutele che ci spetterebbero; questa definizione chiediamo di modificare.
È vergognoso inoltre che Da’ voce al Rispetto, per delegittimare ulteriormente le nostre lotte, sostenga che esse andrebbero a sostenere posizioni transfobiche. Ci chiediamo se non sia piuttosto diffondere tali falsità a creare “dolorose conflittualità”.
Ricordiamo ancora una volta quante persone asessuali e aromantiche sono scese in piazza o hanno lottato accanto alla comunità trans, contro i movimenti e i partiti transfobici che chiedevano l’esclusione dell’identità di genere dal testo di legge, e non solo.
Pur consapevoli delle mancanze di questo testo e dell’esclusione particolarmente netta proprio della comunità aspec, tantissimu di noi hanno scelto di lottare comunque al fianco di tutta la comunità LGBTQIA+ e di quella delle persone disabili e, in particolare, a sostegno della comunità trans.
Non solo: come Rete Lettera A abbiamo sempre portato avanti campagne per la modifica del ddl Zan che non si limitassero alle richieste della comunità aspec, ma che stringessero legami di solidarietà con tutte le altre comunità attaccate o invisibilizzate; e lo abbiamo fatto comunque mantenendo fermo il nostro sostegno (e anche il nostro impegno attivo) alla mobilitazione per l’approvazione del ddl Zan senza stralci né compromessi.
Inoltre, restiamo perplessu davanti ai toni ridicolizzanti e offensivi del post di Da’ voce al Rispetto.
Le persone aspec hanno diritto a manifestare il proprio dissenso e la propria insofferenza nei confronti di partiti, personaggi politici o campagne che le invisibilizzano.
Ci chiediamo in che modo questo possa giustificare la pubblicazione di un post che non solo, come si è detto, fa disinformazione, ma pubblica una grafica con scritto “BASTA TROLLING” e i colori delle nostre bandiere, quasi a voler suggerire che la nostra intera comunità, con le sue rivendicazioni, sarebbe un “troll”.
Chiediamo a tutte le persone LGBTQIA+ e disabili di chiedersi se riterrebbero accettabile un post del genere con i colori o i simboli della propria comunità usati come sfondo.
Precisiamo infine un’ultima cosa. Il post di Da’ voce al Rispetto si conclude così: “di fronte a una violenza o a una discriminazione ai danni delle persone asessuali, prese di mira in quanto tali, il giudice potrà certamente fare riferimento al concetto di orientamento sessuale e approfondirlo per applicare quanto previsto dalla legge”.
In un paese come l’Italia, in cui i pregiudizi, le aggressioni e le violenze nei confronti delle persone LGBTQIA+ sono ancora estremamente diffuse e normalizzate e in cui questa violenza molto spesso si manifesta anche nei contesti giudiziari, ci chiediamo che senso abbia cercare di screditare la nostra lotta per un testo inclusivo sulla base del fatto che “certamente” in un eventuale Tribunale la definizione di orientamento sessuale verrà applicata in modo estensivo per includerci.
Sappiamo bene che questo, nella maggior parte dei casi, non accadrà.
Gli esempi che potremmo citare sono innumerevoli, ma ci limitiamo a ricordare che sono passati soltanto sette anni dalla sentenza di Fortezza da Basso, in cui l’orientamento sessuale della vittima (bisessuale) venne addotto tra le motivazioni per assolvere i suoi stupratori.
Per questo leggere queste righe è offensivo e doloroso, non soltanto per noi persone aspec.
CHIEDIAMO
Che il post venga eliminato immediatamente da tutte le piattaforme social di Da’ voce al Rispetto.
Che Da’ voce al Rispetto pubblichi su tutte le sue piattaforme social un testo di scuse nei confronti della comunità asessuale e aromantica.
Che lu attivistu di Da’ voce al Rispetto diano spazio sulle proprie piattaforme a un momento di formazione sulla comunità aspec e le sue rivendicazioni relative al ddl Zan, per cercare di rimediare alla disinformazione diffusa.
A tutte le persone che in questi mesi hanno lottato con noi, a tutte le persone alleate della comunità aspec chiediamo di dare diffusione a questo comunicato per aiutarci a far fronte all’ennesimo episodio di disinformazione e afobia.